I am Nobody, who are You?

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Di chi fossero Emily Dickinson, ma soprattutto Branwell Bronte, prima degli anni Novanta pochissimi avevano notizia. Riscoperta negli anni ’90 l’una, tuttora “the brother in the shadow” l’altro, due artisti totalmente ignorati in vita, per scelta o per destino – per dirla un po’ alla Guccini – sono stati i protagonisti di uno squisito intervento a Bookcity 2018 di Silvio Raffo, poeta e traduttore varesino, che scopro ora non insegnare più al Cairoli. Ha un anno meno di mio padre, e forse è normale; altrettanto normale, forse, il mio non riuscire a realizzarlo.

Emily nacque nel 1830 ad Amherst, in Massachussets, da una famiglia puritana il cui padre era avvocato impegnato in politica. La sua incredibile vita da reclusa volontaria nella casa paterna, spesso interpretata come una fuga dalla realtà, nascondeva altro; il focolaio di una malattia, forse (c’erano stati 3 casi di epilessia in famiglia, “le piccole morti” di cui parla erano questo?), un’aspirazione al metafisico, sicuramente; uno spirito indipendente e un po’ ribelle, anche: in pieno “revival” calvinista, rifiutò di unirsi ai “salvati” che andavano così di moda. Pubblicò solo 7 poesie in vita, tutte le altre furono ritrovate dalla sorella Vinnie in un quadernetto cucito a mano, dopo la sua morte: “il mio messaggio affido a mani che non vedo”, forse l’Amore non ancora nato, forse la Morte, la cui presenza aleggia in ogni sua poesia. Emily non piacque ai suoi contemporanei – troppo poco pomposa – né alle femministe – troppo remissiva – finché fu scoperta per il meraviglioso esempio di simbolista piena d’indipendenza e mistero.

Branwell Bronte era nientemeno che il quarto fratello, l’unico maschio, delle famosissime Emily, Charlotte ed Anne Bronte. Fu non solo poeta ma anche pittore: suo il famoso ritratto delle sorelle, in cui aveva dipinto anche se stesso, fino a cancellare misteriosamente il suo ritratto nottetempo. E’ probabile che il mitico Heathcliffe di Cime Tempestose fosse ispirato proprio a lui, il reietto, il maltrattato dalla vita, la cui morte fu così drammatica per la sorella Emily, da portarla forse ad abbandonarsi all’inedia dopo il suo funerale…

– “Il giardino della mente” di Emily Dickinson curato da S. Raffo

– “Poesie” di Branwell Brnte curato da S. Raffo

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