Tutti i figli di Dio danzano – Murakami
La coda del diavolo – Giovanni Verga
Di noi Tre – Andrea De Carlo
L’amicizia, quella vera che capita una volta sola nella vita. Totalizzante, fedelissima, passionale. Nell’adolescenza, spesso, ma anche nei primi anni della gioventù. Due ragazzi, una ragazza? un rapporto a tre di genuina confidenza che l’inevitabilità della biologia declina in qualcosa di diverso. Ci pensavo oggi ma credo che quello che mi colpisce di queste tre declinazioni del tema sia soprattutto – oltre all’idealismo dell’amicizia, ma quello c’è anche in King nei romanzi di formazione – sia il personaggio dell’escluso, del minoritario, di quello che è passato dall’essere uno dei tre fuochi al centro del mondo allo scarto. Il dolore è direttamente proporzionale alla volontà di non provocarlo. E’ così che come Ted in How I met your mother in qualche modo il terzo dovrà scomparire, dalla faccia della Terra ma anche solo da una città. Non c’è mola che possa smussare l’affilatezza sfacciata di una felicità totalizzante, che bastando a se stessa nega qualsiasi altro esistere.
Verga è considerato uno degli autori più tristi della letteratura italiana. Questo perché le sue opere più famose, dal romanzo dei Malavoglia alla novella di Rosso Malpelo, sono in effetti pesanti e depressive oltre ogni dire. Tuttavia, se leggi anche altre sue novelle oltre a La coda del diavolo, scoprirai che lui sapeva essere anche l’esatto opposto: infatti molte sue novelle parlano di sesso, e ne parlano con uno stile ironico al massimo, molto distante dalla fredda oggettività delle opere maggiori.
Ho letto molto anche di Stephen King, e sulla base della mia vasta esperienza posso dire che il suo libro migliore è senza dubbio Buick 8: l’hai letto?
Grandissimo wwayne, anche io adoro King, ho letto quasi tutto di lui (tranne le serie fantasy… che odio proprio come genere!) e penso di avere gusti un po’ “anomali”: i miei libri preferiti sono quelli poco horror e molto vintage tipo Miglio Verde, Cuori in Atlantide, 22/11/63, La zona morta, ma anche It (a proposito, che ne pensi dei 2 film? A me non sono dispiaciuti ma quello del ’90 è inarrivabile mi viene paura solo a pensarci!!! Buick 8 non l’ho letto e devo dire che la trama mi intrippa l’ho messo in wish list!!! Invece se ti capita tra le mani Elevation, l’ultimo… buttalo!!! 😉 pessimo grande delusione
E’ verissimo (verismo… ahah pessima battuta della domenica mattina!) quello che dici di Verga, io l’ho letto un po’ di tempo fa ma mi vengono in mente novelle come La Lupa… anche lì però nonostante il tema più tragica che ironica…
Buick 8 rientra proprio tra i suoi romanzi poco horror e molto vintage. E lo stesso vale per Joyland: è bello anche quello, ma non regge il confronto con Buick 8. Colgo l’occasione per dirti che ho da poco sfornato un nuovo post: anche lì parlo di un libro molto bello, ma soprattutto parlo di me stesso, è un post molto intimo e personale… spero che ti piaccia! 🙂
Su Verga concordo.
Hai letto “L’arte di correre” di Hurakami?
Ciao Vincenza 🙂 non ancora, per ora ho in wish-list “Kafka sulla spiaggia” che non ho ancora letto, ma anche “L’arte di correre” sembra decisamente intrigante (ho letto ora qualche sintesi on line)… deve dire molto su coraggio, metodo e determinazione!!!