Treno in partenza dal binario 5

stazione_desertaVorrei che tutti gli attimi fossero come ora, sospesi in un non luogo dove l’essere nessuno sfuma nell’ombra dell’indistinto. Non vedo, non sento, non parlo. Senziente ma non cosciente, vedo ma non afferro, ascolto ma non capisco, mi muovo a tentoni con un senso di perenne stupore che mi rende lenta, goffa, inadeguata all’esistere. Esisto in una forma che non ho scelto, meglio sarebbe forse fingere di plasmarne una, con un autocompiacimento unidimensionale che gira a vuoto ma – pare – dia una direzione. Capitombolo nel vuoto e mi involtolo nella fanghiglia del sottosuolo. Serro le mascelle, con determinazione: sono fatta dell’implosione dell’urlo cui vorrei dare forma.

Un pensiero riguardo “Treno in partenza dal binario 5

  1. tempo fa scrissi qualcosa sul mio blog riguardo i baobab e la loro filosofia. Sostanzialmente i baobab, enormi alberi giganti africani dall’apparenza veramente strana, da anni a questa parte hanno smesso di germogliare, come in attesa di un tempo migliore per portare avanti la loro specie. Considerando che questi ragazzi arrivano ad avere età di migliaia di anni, si possono permettere il lusso di saltare anche qualche secolo, per loro non ci sono problemi, si sbarazzano di una civiltà giunta penso al culmine della freddezza e dello squallore tecno nichilista, e aspettano che eredi più evoluti e magari capaci di tornare a percepire il contatto empatico col tutto possano meritarsi di ricevere in cambio una nuova generazione di piccoli baobad con cui convivere. Ma anche noi piccoli esseri umani, che non viviamo migliaia di anni e che non possiamo aspettare che si estingano i nostri attuali simili, possiamo imparare alcune cose interessanti dai lungagnoni africani. Infatti i baobad vivono migliaia di anni grazie al fatto che al loro interno sono fatti di acqua, sono in pratica acqua divenuta albero, e grazie a questo il loro legno è assolutamente scadente per gli usi umani. Quindi nessuno li abbatte. Inoltre la loro strana conformazione ha generato dicerie molto interessanti, in pratica sono dei lunghissimi tronchi spogli con un ciuffo sulla cima. E questo ha portato a pensare che i baobab avessero le radici sia a terra che nell’aria. E non solo; che fossero proprio loro a connettere la terra e il cielo, e che una volta spariti loro, il mondo sarebbe finito… Ecco, i baobab sono gli i fini utilitaristici umani dei goffi inutili tronchi inzuppati d’acqua. Ed invece nelle leggende e nei sogni dei popoli locali sono esseri magnifici che tengono uniti cielo e terra. Io dei due punti di vista naturalmente adoro il secondo, ma trovo molto interessante anche il primo, perchè quegli inutili goffi tronchi zuppi d’acqua mi sembrano largamente più interessanti e solidi di qualsiasi fine utilitaristico umano. E’ tutto finto, falso e fangoso nel mondo civile tecnocratico. E il baobab lo sa e non se ne cura, solo si arma di pazienza e adotta le contromisure adeguate. E penso anche che i baobab più sensibili, ogni tanto, scrivano anche bellissimi post su qualche blog. Giusto qualche volta magari anche un po oscuri, ma pieni di quella linfa magica che li rende così inuti e privi di utilità per i fini degli uomini medi. Ah, un’altra cosa, il baobab non potrebbe neanche stare in piedi, sarebbe destinato a cadere sotto il peso del suo tronco perchè ha radici piccole a terra (e in aria), ma stà in piedi e vive migliaia di anni proprio grazie all’ acqua di cui è pieno, che lo equilibra e gli da tenuta. Ultima piccola nota, la linfa del baobab è semplice acqua… non birra… ne vino… avviso ai naviganti… adoro questo tuo post scritto magnificamente 😉

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