About

Che cosa ci fa su WordPress l’immagine di un dolce paesaggio provenzale che squarcia un muro della Berlino Est più post-industrial, con tanto di filo spinato?

Nel 2008 avevo un vecchio blog si apriva con una home bucolica dove campeggiava uno scorcio di Valcuvia, la mia valle di origine… e l’Express del titolo era un omaggio ai treni, il mio preferito mezzo di viaggio e punto di osservazione. Oggi, tante cose sono cambiate: il pendolarismo è un ricordo, in Valcuvia ci torno nel week-end, e le settimane di studio e lavoro a Milano mi hanno insegnato l’amore per il post-industrial.
Ho abitato nella periferia di Gratosoglio con Iginia, ai margini della Tangenziale Ovest, vissuto e lavorato nell’amata Bicocca post-industriale – tra torri di raffreddamento crisstallizzate in uffici, carroponti, parchi che un tempo furono aree dismesse della Breda – oggi, ogni mattina, saluto l’alba che spunta dai palazzi del petrolio di Metanopoli.

Ma dietro tutto questo, c’è un sogno: l’eco-villaggio. Vivere in una comunità con un’anima eco-sostenibile e un’utopia sociale, un collettivismo che non vuole essere una “comune ideologica”, ma un gruppo di persone che crede in uno stile di vita semplice ed essenziale. Personalmente credo in poco o nulla, né nella politica, né nella religione, di certo non nel capitalismo: solo ripartendo dalla natura potremo – forse – salvare noi stessi dall’alienazione e il pianeta dalla distruzione. In Eco-villaggi, Martin Bang citando Ralf Gering parla di 3.985 comunità e 350.700 persone in tutto il mondo. Time will tell…

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