Giorni 21 e 22 – Kakadu e Litchfield National Parks

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Hey bros what happens if I lose my son in Kakadu?”
“He may get eaten by crocs”.
Cit. Google Maps Q&A, primo risultato.

È difficile riuscire ad abbracciare realmente le proporzioni di un parco naturale che ha le stesse dimensioni di metà della superficie della Svizzera. Con i suoi 20mila km quadrati, il Kakadu è il principe del Northern Territory: impossibile riuscire a vederlo tutto, altrettanto impossibile non provare un assaggio del territorio, caratterizzato da una biodiversità infinita – dalle foreste agli altipiani rocciosi, passando per la savana, le mangrovie e i corsi d’acqua – e dalle “six seasons” dei Bininj e Mungguy, gli aborigeni del luogo, che le hanno definite sulla base delle temperature e della piovosità (io capito in Gurrung, la stagione calda e secca, anche se qualche avvisaglia del Wet c’è già).

La mia sportiva idea originaria era di fare altri tre giorni di tour con due notti all’aperto, idea che poi è dovuta soccombere per vari motivi – non da ultimo gli effetti dell’età anagrafica – in favore di due più tranquille gite in giornata, una al Kakadu e una al Litchfield, una piccola gemma di 1.500 km quadrati famosa per cascate e corsi d’acqua. Mi lascio consigliare da un’efficientissima impiegata del Tourist Office di Darwin, che parla un inglese talmente perfetto da suscitarmi quasi le lacrime (da Sydney in poi è tutto un tirare a indovinare sul tremendo accento Aussie, con tanto di lessico proprio) e mi prenota un tour Offroad Dreaming per il Kakadu il giovedì e per il Litchfield il venerdì.

IMG_8027Giovedì mattina sveglia all’alba e pick-up di un driver buontempone e compagnone, apparentemente aborigeno misto (mi esalto) in realtà Norman, in Australia da 40 anni ma di origini cingalesi (va bene lo stesso). Divento la sua pupilla, un po’ perché viaggio da sola e in questi casi gli Aussie ti prendono sotto l’ala, un po’ perché lui sarà la guida anche del tour dell’indomani, nel frattempo lui si diverte a mescolare nazionalità e stereotipi intanto che ci racconta la storia del Kakadu, che si intreccia con quella della Ranger Uranium Mine. Uno tra i giacimenti di uranio più ricchi al mondo (non lo sapevo ma la sola Australia esporta il 24% dell’uranio al mondo), è esattamente al centro del parco, il suo sfruttamento è da anni controverso per il rischio di contaminazione dell’ambiente e delle acque. Esploreremo la parte nord-est del Kakadu, da Ubirr – con le incredibili pitture rupestri vecchie migliaia di anni – fino ad un giro in barca sull’East Alligator, fiume infestato dai coccodrilli ai confini con Arnhem Land. Divertente l’origine del nome (qui c’è di tutto tranne alligatori): l’esploratore Philip Parker King, abile navigatore e studioso che quando però vide tre coccodrilli li scambiò per alligatori e mistificò l’intera geografia del parco. In serata mi faccio lasciare a Mindil Beach per vedere i famosi mercatini notturni del giovedì, e ci scappa l’hamburger di coccodrillo (purtroppo sarò poco originale ma effettivamente ha il sapore di pollo e la consistenza del pesce come dicon tutti quanti).

Venerdì ci addentriamo nel Litchfield, più piccolino (per modo di dire) ma per me più divertente. Prima tappa i mould – tumuli – delle termiti, impressionanti cattedrali alte diversi metri, imprese immobiliari che testimoniano un incredibile e fedelissimo orientamento al lungo termine: una termite vive qualche mese, ma lavora tutta la vita per costruire un termitaio che cresce alla velocità di un metro ogni dieci anni. Poi, le cascate: Wangi Falls, Florence Falls, Buley Rockhole, tutti spot incantevoli dove fare bagnetti incantevoli proprio accanto al cartello che avverte della presenza sicura di coccodrilli d’acqua dolce e possibile di coccodrilli di acqua salata.

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Il piatto forte del Litchfield arriva per ultimo: la crociera sull’Adelaide River con i coccodrilli, in piena mating season. Ma stavolta non li guardiamo da lontano come nel Kakadu. Jack, l’improbabile crocodile dundee scalzo, capello e barba selvaggio, con tanto di coltellaccio e pistola (…) alla cintola, dopo averci un poco terrorizzato avvicinerà e nutrirà coccodrilli di vario genere e dimensione, tra cui un immenso maschio alpha particolarmente incline a grandi sorrisi e particolarmente amante della carne bianca (il pollo, suppongo?)………

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